Come ben sappiamo, l’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C. (di cui recenti studi ne posticipano l’accadimento di due mesi, in ottobre), continuò per circa 3 giorni, e distrusse gli insediamenti di Pompei, Ercolano, Oplontis, Boscoreale, Terzigno e Stabia. Già da diverso tempo erano diversi i segnali di allarme, su tutti sicuramente le scosse più o meno intense che destabilizzavano sempre di più queste fiorenti cittadine partenopee. Alcune scoperte infatti testimoniano come ci fossero diversi lavori di ristrutturazione in corso al momento dell’eruzione.
Nel primo pomeriggio del 24 Ottobre, tra i vari boati e tremori che si andavano intensificano sempre più, si distinse una terribile quanto improvvisa esplosione, che dal cuore del Vesuvio sparò in aria una quantità impressionante di tonnellate di gas, vapore e magma a una velocità tale da infrangere il muro del suono, facendo arrivare enormi macigni scuri fino al mare. Alcuni abitanti, la minoranza, avevano già lasciato la loro casa, ma la maggioranza, che erano rimasti alle loro remunerative attività, credettero di potersi riparare nelle loro case, confidando nella speranza che la presenza divina che stava scatenando la sua ira dietro questi eventi si sarebbe placata al più presto. Purtroppo troveranno la morte nelle macerie delle loro case, gravate dal peso sempre più crescente delle piccole pomici che il vulcano sprigionava (leggeri sassolini di roccia fusa solidificata e gas) e successivamente da sassi e pietre che si staccavano dalle rocce.
Tra coloro che fuggirono c’era il proprietario di Villa Pisanella, una villa rustica che produceva vino sulle pendici sud-orientali del Vesuvio, vicino al villaggio moderno di Boscoreale. Si ritiene che il proprietario fosse Lucius Caecilius Lucundus, un ricco mercante figlio di uno schiavo liberato che fece fortuna sfruttando la fertilità del terreno vulcanico di quelle zone.
Nel 1895, furono rinvenuti 109 piatti d’oro e d’argento e centinaia di aurei d’oro. Le monete furono trovate all’interno di una cisterna vuota, probabilmente nascoste dal proprietario al momento della fuga.
Tra i tanti riferimenti bibliografici in merito, è sicuramente degno di nota, per leggerezza e coinvolgimento nella lettura, il libro di Alberto Angela “I tre giorni di Pompei”, in cui lo scrittore ricostruisce con dovizia di particolari gli eventi e il pathos dei giorni che precedettero l’eruzione e gli attimi successivi, incastonandoli in un affascinante affresco romanzato assolutamente verosimile, forte degli studi condotti in prima persona sull’argomento per più di un ventennio. A questo link è possibile vedere una delle sue interessanti conferenze tenute in occasione della presentazione del libro. (For english language only: see Alberto Angela’s speech in Pompei arena)
La moneta protagonista del nostro articolo proviene dal ritrovamento conosciuto come il “tesoro di Boscoreale”, per via della caratteristica patina che le contraddistingue. Infatti, anche se l’oro è metallo inerte, subisce comunque una minima alterazione a motivo della lega metallica meno nobile a cui viene amalgamato per la coniazione monetale.
Le altissime temperature alle quali furono esposte, insieme alla lunga permanenza di quasi 2.000 anni nel fertile sottosuolo vesuviano, hanno conferito a queste monete tonalità così uniche e talmente affascinanti, da essere molto ricercate dai collezionisti di tutto il mondo.
La moneta qui illustrata fu coniata dall’imperatore Vespasiano. Figlio di un uomo d’affari ed esattore di tasse, si distinse grazie ai rapporti influenti che riuscì a stringere sul piano politico, che lo portarono a essere nominato Proconsole d’Africa nel 63 d.C.
La vittoria su Vitellio nella guerra civile che seguì alla morte di Nerone, gli spianò definitivamente la strada alla porpora imperiale. Durante i suoi 10 anni di regno (69-79), si adoperò nel rafforzare l’economia e il potere dell’esercito, ma ciò per cui sicuramente è più ricordato è l’aver dato inizio alla costruzione del Colosseo.
Vespasiano: 69-79 d.C. – Aureo (7,38 Gr, h. 6); Roma 69 / 71 ca.
Bibliografia: RIC II-5, Calico 604 (questo esemplare illustrato)
Dritto: testa laureata volta a destra. Nel giro la legenda IMP CAESAR VESPASIANVS AVG.
Rovescio: la Giustizia in piedi a sinistra con bilancia nella mano destra e uno scettro nella sinistra. Nel giro la legenda COS ITER TR POT.
Ex. “Boscoreale Hoard”, 1895
Ex. J.C.S Rashleigh collection (1920 ca.)
Ex. Glendining del 14 Gennaio 1953, lotto 22
Ex. Leo Biaggi de Blasys, lotto 306
Ex. Bank Leu 30 dell’aprile 1982, lotto 326
Ex. Lanz 70 del novembre 1994, lotto 166, “Collezione di Margaretha Ley”
Ex Rauch 75 del 6 Maggio 2005, lotto 360
Ex Classical Numismatic Group, Inc. del 15 Maggio 2008, lotto 1744
Si ringrazia colosseocollection.com per le informazioni e la concessione delle foto