Monetazione di emergenza: La genesi del 20 centesimi “Esagono”

Con l’ascesa al trono di Vittorio Emanuele III, nel Luglio del 1900, la monetazione italiana si arricchì come mai prima di autentiche opere d’arte.
Tra queste, spicca certamente una piccola monetina, coniata per la prima volta nel 1908, in un finissimo stile Liberty: il 20 centesimi “Libertà librata” (Vedi foto 1).

Lo scoppio della Grande Guerra comportò enormi difficoltà per ogni settore economico, e quello monetario non ne fu esente. Le difficoltá causate dalla guerra richiedevano un’ingente immissione di nuova moneta spicciola.
Purtroppo il metallo usato per coniare queste piccole monetine, il nichelio, subí un drastico rialzo causato dalla forte richiesta nell’industria bellica, e ció rese questo metallo di difficile reperibilitá.
Questo stato di emergenza, portó alla decisione di emettere una nuova moneta che si adattasse alle nuove esigenze produttive, e soprattutto, con un costo produttivo contenuto.
Per questo motivo, il 1914 fu l’ultimo anno di coniazione del tipo “Libertá Librata” (se ne riprese la coniazione a partire dal 1919 fino al 1922).
Dal momento che enormi quantitativi di monete da 20 Centesimi emesse negli anni 1894 e 1895 giacevano ancora inutilizzati negli stabilimenti della Zecca di Roma (Vedi foto 3), venne studiato un conio che riuscisse ad imprimere le incisioni dei nuovi modelli riutilizzando i tondelli giá coniati della precedente emissione, contenendo al minimo i difetti tecnici.

Nacque cosí il 20 Centesimi “Esagono”, chiamata cosí proprio per la caratteristica figura geometrica riportata nel Rovescio della moneta che racchiude il valore al suo interno (Vedi foto 2).

Il tipo “Esagono“ fu coniato dal 1918 al 1920, con i seguenti quantitativi di emissione:
Per l’anno 1918: 43.097.000 pezzi;
Per l’anno 1919: 33.432.000 pezzi;
Per l’anno 1920: 923.000 pezzi;
Per i primi due anni di emissione si utilizzarono esclusivamente i tondelli dell’emissione 1894-1895;
Per questo motivo, nella maggior parte dei casi è possibile intravedere su entrambe le facce, in maniera piú o meno marcata, il disegno delle prime monete emesse;
Infatti, come si evince dalla foto numero 2, nel Dritto della moneta (la faccia con la scritta “REGNO D’ITALIA”) è possibile intravedere parte del giro della corona riportato sulla vecchia moneta, con sotto il millesimo 1894, e piú in basso le sigle della zecca di emissione, KB (Berlino).

Ma in alcuni casi, per alcune pecche del processo preparatorio dei tondelli, il vecchio conio si vede con maggiore forza al di sotto della nuova battitura, generando una sorta di “ibrido monetale” decisamente molto apprezzato dai collezionisti, specialmente se la “vecchia” moneta è datata 1895; Essendo questa data meno comune, questo piccolo dettaglio, apparentemente insignificante, aumenta il pregio ed il valore della moneta, specialmente se in alta conservazione (Foto 4).

 

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