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Bufale diffuse in rete e leggende metropolitane

Guardate nei cassetti perché tutte le lire repubblicane valgono una fortuna

Falso

Il fattore più importante che assegna valore ad una moneta è la rarità, seguito poi dalla qualità conservativa. Più la moneta è rara ed è ben conservata (come se fosse nuova), più è alto il suo valore economico.
Purtroppo la maggior parte delle monete Repubblicane sono state coniate in centinaia di milioni di esemplari, e questo le rende estremamente comuni, quindi con possibilità veramente molto scarse di ritrovare qualcosa di prezioso dai cassetti dei nonni / soffitte / cantine etc etc…
Riportiamo di seguito foto e descrizione di quelle lire che hanno un alto valore economico. Queste sono una piccola minoranza in rapporto con l’elevatissimo contingente coniato, e sono:

I quattro valori dell’annata 1947 (10 Lire, 5 Lire, 2 Lire e 1 Lira), in alta conservazione possono superare il valore di 6000€. Esistono moltissimi falsi di queste monete.
I quattro valori dell’annata 1946 (10 Lire, 5 Lire, 2 Lire e 1 Lira, identici in tutto e per tutto a quelle del 1947, tranne che per la data), in alta conservazione possono superare il valore di 1000€.
Esistono moltissimi falsi di queste monete.

 

5 Lire “Delfino” dell’anno 1956. La tiratura limitata di questa annata, rende questa monetina discretamente rara, e per questo ricercata dai collezionisti. Per questo motivo è una moneta anche molto falsificata. Il suo valore oscilla dai circa 50€ delle conservazioni di bassa qualità ai circa 1500€ in conservazione fior di conio.

 

100 Lire “Minerva” dell’anno 1955. Malgrado un’emissione di più di 8 milioni di pezzi, è molto difficile reperire questa moneta in eccezionali condizioni qualitative. In conservazione fior di conio, il suo valore può superare i 1000€.

 

50 Lire “Vulcano” dell’anno 1958. La modesta tiratura di circa 850 mila pezzi rende questa moneta poco comune, e questo le conferire un modesto valore anche nelle basse conservazioni. Il suo valore può oscillare dai 10€ a circa i 2000€ nella conservazione fior di conio.

 

2 Lire “Olivo” dell’anno 1958. La scarsa emissione di soli 125 mila pezzi rende questa monetina molto ricercata e falsificata. Il suo valore può oscillare da un minimo di 20€ a superare anche i 200€ in alta qualità conservativa.

Tutte le lire coniate entro gli anni 60, nonostante il loro alto contingente coniato, hanno comunque un valore SE sono in alta conservazione. La valutazione della conservazione è un aspetto molto importante, e deve essere eseguita da un esperto numismatico che ne certifichi anche l’autenticità.

Le 200 Lire del 1977 “Lavoro” sono rare

Falso

Il 1977 è stato l’anno di prima emissione di questa moneta, che iniziò la sua circolazione con un’emissione di quasi 16 milioni di pezzi. Il loro valore è solo per la moneta che riportano la dicitura PROVA in basso a destra nel lato dove è raffigurato l’ingranaggio. Vedi foto allegata dell’esemplare di PROVA.

Le 500 Lire in argento sono preziose

Falso

Tutte queste monete hanno avuto un’elevata emissione in milioni di esemplari, per cui sono tutte molto comuni, ed il loro valore è essenzialmente legato al contenuto di argento (qualche euro).
Sono state emesse tre tipologie differenti di 500 Lire in argento. Queste sono:
– Tipo “Caravelle”. Emesse dal 1958 al 1967, riportano la scritta dell’anno sul contorno della moneta.
Solamente la prima versione della moneta, emessa nel 1957, è molto rara ed ha un alto valore di catalogo. Questa è conosciuta con l’appellativo di “bandiere rovesciate”, e si riconosce sia dalla scritta PROVA (vedi primo esemplare fotografato) in basso a sinistra sul lato dove sono raffigurate le Caravelle, sia per le vele “controvento” della navigazione “a bolina”, rispetto a quelle a vento della navigazione “di gran lasco” emesse per la normale circolazione (vedi seconda foto).

– Tipo “Unità d’Italia”. E’ stata emessa nel 1961 (ma coniate anche per i successivi due anni) per il primo centenario dall’unità d’Italia. Essendo state coniate in più di 27 milioni di pezzi, sono molto comuni ed hanno lo stesso valore del tipo “caravelle”. Vedi foto allegata.

– Tipo “Dante”. Emessa nel 1965 per il settimo centenario dalla nascita di Dante Alighieri. Sono state coniate in 5 milioni di esemplari, ed hanno un valore analogo alle sopra citate. Solo quelle con la dicitura PROVA, riportata in basso a sinistra nel lato della raffigurazione con l’inferno, hanno un valore prossimo ai 2000€. Vedi foto allegata dell’esemplare PROVA.

Se hai queste monete (anche quelle senza la scritta PROVA) e volessi venderle, anche in grande quantità, contattaci per una valutazione!

La moneta da mille lire bimetallico con i confini della Germania errati è rara

Falso

E’ una moneta coniata in 100 milioni di esemplari mai ritirati dalla circolazione. Il suo valore è di un paio di Euro al massimo in condizioni fior di conio.

Ho trovato alcune monete da due euro diverse dal solito. Sono rare?

No

Non esistono monete in Euro rare nella normale circolazione.
Relativamente alla moneta da 2€, diverse zecche europee hanno iniziato dal 2004 una coniazione annuale commemorativa, coniando una o più tipologie per anno (ad esempio, per l’anno 2015, l’Italia ha emesso tre tipologie commemorative di 2€: quello per l’Expo svoltosi a Milano, coniato in 3,5 milioni di pezzi; quello per il 750° anniversario dalla nascita di Dante Alighieri, anche questo coniato in 3,5 milioni di pezzi; quello per il 30° anniversario della bandiera europea, coniato in 1 milione di pezzi.
La grande varietà di queste emissioni, insieme alla possibilità di reperirli senza alcun costo dalla normale circolazione, hanno reso l’Euro, ed in particolare proprio i 2€ commemorativi, una moneta molto collezionata. Per questo motivo molte monete vengono vendute per il solo fine collezionistico in apposite confezioni ed in stato fior di conio; Ricordiamo che il loro valore numismatico è praticamente nullo se reperite dalla normale circolazione.
L’unico 2€ di grande valore è quello emesso dal Principato di Monaco nel 2007, per il 25° anniversario dalla morte della principessa Grace Kelly. Ne furono coniati 20.001 esemplari esclusivamente per il mercato collezionistico. Oggi vale dai 1500 ai 2000€. Vedi foto allegata.

Ho trovato una moneta… quanto vale?

Capita a chiunque di ritrovare vecchie lire repubblicane o dei nostri nonni in cassetti o armadi.
Escludendo da subito le monete estere che riportano una data posteriore al 1940 perchè in genere hanno un valore economico pressochè nullo, per le Italiane, l’aspettativa dei ritrovamenti fortuiti, sono seguiti molto spesso (per non dire nel 99% dei casi) da grande delusione.
Monete rare e costose sono sempre custodite con molta cura (di solito in cassette di sicurezza), e per entrarne in possesso, nella quasi totalità dei casi sono state acquistate a caro prezzo da appassionati collezionisti; per questo motivo sono quasi sempre accompagnate da fatture o ricevute di acquisto, così da avere sempre memoria del prezzo pagato.
Questo esclude con buona percentuale la possibilità che la moneta trovata per caso si riveli autentica.
Però, dal momento che potrebbe sussistere una remota possibilità che la moneta ritrovata sia autentica, abbiamo stilato un elenco delle monete più falsificate che sono oggetto di ritrovamenti fortuiti.
Puoi aiutarti con le foto allegate cosi da individuare meglio la moneta.
Se credi che la tua moneta sia autentica, e volessi venderla, contattaci per una valutazione.

  • 5 Lire 1813 (Gioacchino Murat, Re delle Due Sicilie)
  • 5 Lire 1832 e 1832 (Maria Luigia, duchessa di Parma)
  • 5 Lire di Vittorio Emanuele II Regno di Sardegna
  • 5 Lire di Vittorio Emanuele II come RE ELETTO
  • 5 Lire di Vittorio Emanuele II Re d’Italia, con le seguenti date:
    (nella foto, è riportato il 1865 con marchio di zecca Napoli)

    1861 con scritto FIRENZE 1861 con Marchio di zecca Torino [T]
    1862 con Marchio di zecca Torino [T] e Napoli [N]
    1864 con Marchio di zecca Napoli [N]
    1865 con Marchio di zecca Napoli [N] e Torino [T]
    1866 con Marchio di zecca Napoli [N]
    1872 e 1873 con Marchio di zecca Roma [R]

  • 5 Lire 1878 (Umberto I Re d’Italia)
  • 5 Lire o Tallero per l’Eritrea, 1891 e 1896 (Umberto I)
  • 5 Lire 1898 di San Marino
  • 5 Lire 1901 “Aquila Sabauda”
  • 5 Lire 1911 “Cinquantenario”
  • 5 Lire 1914 “Quadriga Briosa”
  • Tallero Italiano 1918 “Regnum Italicum”
  • 20 Lire 1928 “Elmetto”
  • 20 Lire 1927 e 1928 “Littore”
  • 20 Lire 1936 – Impero “Quadriga”
Le monete più sono lucenti e più valgono, per questo è meglio pulirle

Falso

Questa è una leggenda metropolitana molto diffusa e per questo molto dannosa, perché pulendo le monete le si danneggia in modo irreparabile.
La naturale patina del tempo infatti, oltre ad impreziosire e rendere affascinanti le monete, conferisce loro un surplus al loro valore economico. Collezionisti esigenti scelgono monete patinate per la loro collezione.
Con il tempo, le monete conservate in appositi monetieri possono sviluppare patine estremamente belle, rendendo anche una moneta comune, un pezzo “unico” di grande bellezza.
Vedi foto di esempio allegata

5 Lire 1911 – Emissione celebrativa per il I° Cinquantenario del Regno d’Italia sotto Vittorio Emanuele III.
Fotografia a cura di
www.ilnumismatico.com

Ho ritrovato delle vecchie banconote in Lire, posso cambiarle in Euro?

Purtroppo non è più possibile. Le tipologie in circolazione fino al 28 febbraio 2002, che potevano essere cambiate in qualsiasi filiale della Banca d’Italia fino al 28 febbraio 2012, sono state anticipatamente prescritte dal governo Monti con D.L. numero 201 del 6 dicembre 2011 che recita:
“In deroga alle disposizioni di cui all’articolo 3, commi 1 ed 1 bis, della legge 7 aprile 1997, n. 96, e all’articolo 52-ter, commi 1 ed 1 bis, del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, le banconote, i biglietti e le monete in lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata ed il relativo controvalore è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnato al Fondo ammortamento dei titoli di Stato.”

Ho ritrovato delle vecchie banconote in Lire, quanto valgono?

Le ultime tipologie, cioè quelle che si trovavano in circolazione al 28 febbraio 2002, sono estremamente comuni, e nel migliore dei casi hanno un valore (quasi) legato al facciale solo se sono in perfette condizioni di conservazione (o fior di stampa). E’ fondamentale quindi che non abbiano pieghe, piccoli strappi o scritte, e che non siano state pressate o maneggiate per farle sembrare più nuove.
Riguardo alle tipologie precedenti, il loro valore numismatico aumenta a seconda del periodo e della tipologia della banconota. Se hai qualcuna di queste banconote e volessi venderla, contattaci per una valutazione.

Riguardo il sito internet NumismaticaDucale.it

Cosa significa essere un “socio NIP”?

La N.I.P. (Numismatici Italiani Professionisti) è un’associazione che si è costituita nel 1993, alla quale appartengono molti dei principali commercianti numismatici professionisti in Italia. Questi operano da decenni mettendo a disposizione dei collezionisti la propria professionalità e competenza numismatica.
A tale scopo i soci NIP, selezionati conoscitori dei molteplici settori della numismatica, si sono dotati di un severo codice deontologico interno che privilegia alcuni rilevanti aspetti della nostra professione, come il fornire la garanzia di autenticità e il classificare con rigore gli esemplari trattati, anche al di là degli obblighi sanciti dalle leggi.
Tra le varie finalità dell’associazione c’è l’incoraggiare lo studio scientifico, diffondere la numismatica e combattere le falsificazioni.
La Numismatica Ducale è registrata presso l’albo N.I.P. con sigillo professionale n. 241.

Cosa significa essere un “socio NIA”?

La N.I.A. (Numismatici Italiani Associati) è un’Associazione con riconoscimento giuridico, senza scopo di lucro, che si propone di promuovere, agevolare e diffondere lo studio, la ricerca, la raccolta e lo scambio di notizie in merito a monete, a pesi monetari, a medaglie e tessere in genere.
Diffondere il sapere è un obiettivo primario della nostra Associazione.
La Numismatica Ducale è socio N.I.A. dal 2015.

Cosa significa essere un operatore professionale in oro?

Operatore professionale in Oro significa offrire massima trasparenza e sicurezza al cliente su ogni transazione di compravendita, garantendo professionalità, legalità e regolarità dell’esercizio tramite l’autorizzazione della Banca d’Italia, così come regolamentata dall’articolo 1, comma 1, della Legge numero 7 del gennaio del 2000.
Ciò comporta sia soddisfare tutti i requisiti di onorabilità per poter accedere alla professione, che adempiere a precisi obblighi da parte degli amministratori della società e di tutti i suoi collaboratori.
La legge in materia è molto articolata e severa, e prevede sanzioni pecuniarie di un certo rilievo per coloro che agiscono senza seguire le regolamentazioni vigenti in materia.
La Numismatica Ducale è operatore professionale in oro riconosciuta dalla Banca d’Italia con il Codice Operatore n. 5008032

Le monete proposte sono tutte autentiche?

Ovviamente si. Tuttavia potrebbero essere messi in vendita “Falsi d’epoca”, anche questi molto collezionati. In questo caso la descrizione riporterà la dicitura “Falso d’epoca”.

Per più acquisti pago una sola spedizione?

Si. La spedizione avverrà con un’unica spedizione.

Devo essere registrato per effettuare un acquisto?

Si. Per ovvie ragioni di sicurezza (pagamento online e riservatezza dei dati) è obbligatoria la creazione di un profilo utente. In alternativa, puoi contattarci telefonicamente per prendere accordi direttamente con noi. Vai alla sezione, contatti.

Come avviene la spedizione e quanto costa?

Puoi consultare la sezione per tutti i dettagli relativi ai termini ed alle condizioni di vendita e spedizione.

Non trovo la moneta di mio interesse, posso richiederla?

Si, ci occuperemo noi di reperire la moneta che cerchi nella qualità che meglio soddisfa le tue richieste. Contattaci prenderemo in carico la tua richiesta.

Sull’investimento in numismatica

Perché investire in monete d’oro?

L’oro è considerato da sempre come un sinonimo di valore che dura nel tempo, ed è riconosciuto e accettato ovunque anche come forma di pagamento. Indipendentemente dalla valuta del paese in cui ci si trova, qualsiasi bene può essere acquistato scambiandone l’equivalente valore in oro.
L’oro inoltre, rappresenta una diversificazione del patrimonio, è facilmente trasportabile, non richiede costi di manutenzione e non si deteriora nel tempo.
In periodi di incertezza finanziaria rappresenta il bene rifugio per eccellenza

Cos’è la percentuale di fino (o titolo) contenuta nella moneta o nel lingotto?

Con questo termine si intende la quantità netta di metallo prezioso contenuta.
Questo valore viene espresso in millesimi. Più il titolo è alto, maggiore sarà la purezza del metallo.
Il lingotto in oro ha generalmente un titolo pari a 999/°°° (parliamo quindi di oro o argento praticamente puro), mentre le monete d’oro possono variare da un minimo 900/°°° ad un massimo di 999/°°°.

A cosa ci si riferisce con il termine carato?

In riferimento all’oro, è la misura di purezza; Quindi l’oro a 24 carati corrispondente all’oro con titolo 999/°°°, l’oro a 18 carati corrispondente al titolo 749,25/°°°, etc.

Quali differenze ci sono tra monete da collezione e le “monete di borsa”?

Nonostante si parli sempre di monete d’oro, esiste una differenza sostanziale tra le due categorie.
Le monete da collezione hanno un valore dato principalmente dal grado di rarità, dalla conservazione qualitativa e dal periodo in cui sono coniate; Il loro valore non è quindi è legato solo all’intrinseco.
Per le “monete di borsa” invece, il loro valore è esclusivamente legato all’intrinseco dell’esemplare, che cambia in base alla variazione delle quotazioni del metallo.

Domande e curiosità sulla numismatica in generale

Qual è la moneta più antica?

Furono i Lidi (popolazione della parte occidentale dell’attuale Turchia) intorno al 640 a.C. a produrre le prime monete in metallo prezioso. Queste erano piuttosto rozze, del peso di circa 5 grammi, che riproducevano da un lato un leone ruggente, simbolo dei re lidiani, e dall’altro dei simboli in incuso.
Vedi foto allegata.

Qual è la moneta più costosa al mondo?

Il dollaro del 1794 “Flowing Hair” (esemplare Green-Contursi-Cardinal) venduto presso l’asta Stack’s Bowers nel gennaio del 2013 per 10.016.875 Dollari americani.
Molto probabilmente è stata proprio questa la prima moneta in argento ad essere stata coniata dalla zecca degli Stati Uniti. Questa iniziò la sua attività nel 1792 coniando per i primi due anni solo monete di rame.
Puoi vedere questo video su youtube in merito alla vendita di questa moneta.
La seconda moneta più costosa (che per diverso tempo è stata al primo posto) è sempre una moneta degli Stati Uniti: il 20 Dollari “Double Eagle” del 1933, venduto nel 2002 in una trattativa privata per 7.590.000 Dollari americani. Vedi foto allegata.


Dollaro 1794 “Flowing Hair”

20 Dollari 1933 “Double Eagle”

Qual è la banconota più costosa al mondo?

La banconota da 1000 Dollari del 1890 soprannominata “Grand Watermelon”.
E’ questa la più rara e famosa tra tutte le banconote statunitensi. Quando fu stata venduta al pubblico incanto dalla casa d’aste Heritage, a Dallas il 10 Gennaio 2014 a 3.290.000 Dollari americani (2.791.803 Euro), è diventata la banconota più costosa del mondo.  Nonostante il suo nome giocoso, che deriva dal fatto che i grandi zero sul biglietto sembrano angurie, questa banconota è un’icona della storia finanziaria americana ed è conosciuta in tutto il mondo. Vedi foto allegata.

Qual è la moneta italiana più costosa?

Sono due le monete italiane che hanno realizzato un prezzo stellare molto simile.

La prima è un 5 Lire datato 1821 conosciuto in soli 3 esemplari.
Fu fatto coniare dalla seconda moglie di Napoleone, la principessa Maria Luigia d’Austria,
ad eterna memoria della morte del marito, avvenuta il 5 Maggio 1821.
E’ stato esitato venduto al pubblico incanto nel 2019 dalla casa Sammarinese Nomisma, per 310.000€ escluso diritti.

La seconda moneta invece, è stata coniata nel 1864, solo pochi anni dopo la proclamazione del Regno d’Italia, dalla zecca di Torino, allora prima capitale del Regno. Si tratta del 50 Lire in oro di Vittorio Emanuele II coniato in soli 103 esemplari.
Questa moneta fu venduta al pubblico incanto nel 2011 dalla casa d’aste Sammarinese Nomisma, per 300.000€ escluso diritti.

Quale è la banconota italiana più costosa?

Il 1000 Lire modello “Barbetti” con decreto di emissione del 9.12.1899, emesso sotto il Regno di Umberto I di Savoia. Partendo da una base di 7300€, fu aggiudicato, nel Novembre 2018 presso l’asta battuta da Bolaffi di Torino, a ben 10 volte tanto (73.800€ escluso diritti del 20%) dopo decine di rilanci fra collezionisti in sala e collegati al telefono.
Si tratta dell’esemplare meglio conservato per la prima emissione di questa bellissima banconota.
Vedi foto allegata.

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